mercoledì 7 marzo 2012

E il naufragar ci è dolce in questo mare: Arsenal-Milan 3-0



Alzi la mano chi alle 21,30 del 6 Marzo 2012 non era convinto di vivere un beffardo e inquietante dejavù.
Alzi la mano chi in quei 15 minuti di intervallo tra le 21,30 e le 21,45 non ha ripensato al 7 Aprile del 2004, a quella trasferta Spagnola che sembrava una formalità ma si è trasformata in un incubo. Alzi la mano chi non ha pensato a come evitare gli sguardi e i commenti di chiunque. Io non alzo la mano.
Andiamo a Londra con la consapevolezza di avere un vantaggio enorme dopo la grandiosa prestazione della partita di andata. Giochiamo contro una squadra temibile, ma che ha dimostrato delle lacune impressionanti soprattutto in difesa. Ma nei 5 minuti prima della partita al sottoscritto sale una sinistra inquietudine, forse perchè già con la mente si percorreva una strada che non doveva essere percorsa, strada che a quanto pare hanno percorso anche i ragazzi di Mister Allegri. Il primo tempo è tutto ciò che un tifoso non vorrebbe mai vedere dalla sua squadra: presi di infilata dopo 6' grazie alla testa di Koscielny, non riusciamo a reagire, e sebbene l'Arsenal non sia indemoniato come quegli 11 ragazzi Spagnoli di 8 anni fa, non riusciamo a capirci nulla. Al 25' arriva il raddoppio con Rosicky: un errore clamoroso di Thiago Silva, e una paura che comincia ad attanagliarti e a non farti muovere. Tutto questo si trasforma in puro terrore al 43'. Van Persie segna il goal del 3-0 su calcio di rigore, la frittata è quasi fatta, bisogna solo girarla.
E così arrivano quei 15 minuti, quei 15 minuti che sono l'unica ancora di salvezza per una nave alla completa deriva, ma il mare non è così in tempesta da giustificare un tracollo del genere, il problema è strutturale, c'è qualcosa che non va all'interno, ma quei 15 minuti sono la svolta, sono il bivio di una stagione.
Si ricomincia, l'ansia lascia spazio a un pò di concentrazione in più, si gioca un pò meglio, si arginano meglio le folate di un avversario buono ma che non fa cose trascendentali. Ma si arriva a una palla persa a metà campo, a un contropiede, il tempo si ferma, la palla arriva a Van Persie, è solo, ma il destino ci dice che ancora si può sperare, l'Olandese sbaglia un goal fatto, e la sofferenza prosegue. Una sofferenza più contro noi stessi che contro una squadra che nel secondo tempo dovrebbe attuare il massimo sforzo ma non riesce a creare pericoli particolari a parte quello sopra citato. Si va avanti, si naviga a vista, si guarda il cronometro, si impreca, si sbaglia di tutto e di più, ma alla fine si passa. Dopo 94 minuti di apnea controllata il verdetto è Milan ai quarti di finale. Alla fine siamo tutti stanchi, noi forse più di loro che sono scesi in campo, stanchi e consapevoli del fatto che una buona stella ci ha permesso che non si ripetesse quell'incredibile serata di Aprile, ma ci è mancato poco, troppo poco.
Alla fine però si guarda il bicchiere mezzo pieno, nonostante una partita del genere e una serata da incubo, siamo tra le 8 big d'Europa, e il primo pensiero oltre a rendere onore ai "vincitori-sconfitti" è per chi si stava già preparando a festeggiare, erano già tutti pronti a uscire fuori dalle loro tane, ma anche stavolta gli rimane il groppo di chi era pronto a gioire e invece è costretto a ingoiare l'ennesimo boccone amaro. Per noi 
la soddisfazione di vedere le loro facce, è la stessa soddisfazione del passaggio del turno, Noi "Paura eh?", ma loro, "Ci avete sperato, EH?"
Chiudo con le solite considerazioni sparse di fine commento.

- La lingua Italiana ha esaurito gli aggettivi per Mark Van Bommel, con il peso di una ammonizione per 85' ha giocato una partita perfetta, un eroe, da oggi il 6 Marzo sarà San Bommel da Maasbracht.

- Altra menzione per Philippe Mexes, partita straordinaria, si riscatta dopo la pessima figura contro la Juventus, ne avevamo bisogno, Grazie Filippo.

- Allegri a fine partite ha l'aria del "mi è andata bene", la scelta di Mesbah forse non è stata delle più felici, però alla fine ciò che conta è il doppio confronto, quindi avanti Mister, però certe serate mai più mi raccomando.

- Attendo con ansia quelli che "Ibra in Champions? robetta" si saranno già dimenticati la partita di andata, e nel secondo tempo Ibrahimovic è stato il perno del gioco del Milan, giocando una quantità industriale di palloni e sacrificandosi come raramente mi era capitato di vedere.

- Abbiati ha tirato fuori un'altra perla che si andrà a sommare alle super-parate che lo hanno reso celebre negli scontri che contano, di solito queste parate sono il preludio a qualcosa di importante.

-Mi fate soffrire tanto, mi fate anche innervosire, mi fate salire la pressione e battere il cuore a mille, ma non cambiate mai, perchè io vi amo così.

Stush


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