venerdì 11 maggio 2012

La leggenda degli uomini straordinari





                             

Nella vita esistono cicli, periodi, che purtroppo volenti o nolenti sono destinati a finire: Domenica sarà l'ultima volta di Sandro, Rino, Pippo e Clarence. dedico due righe ad ognuno di voi:

Rino, sei arrivato nel 1999, ero un bambino che giocava e correva nei polverosi campetti ascoltando le partite alla radio Mi è sempre dispiaciuto per certi giocatori come te, tu corri, corri, corri, poi i meriti li prendono gli altri: ci hai messo l'anima sempre, e rivederti dopo quello che hai passato in tutto quest'anno è stata un'emozione fortissima, così come è stata un'emozione fortissima vedere le tue corse disperate dietro ai giocatori avversari, la tua grinta infinita, la tua voglia e la tua incoscienza. Mi mancherà quel numero 8 che trovavi in ogni angolo del campo, mi mancherà quel numero 8 che aizzava uno stadio intero nei momenti di difficoltà, mi mancherà tutto, grazie per questi anni splendidi, sei stato l'anima del Milan con cui sono cresciuto.

Sandro, arrivato il 31 Agosto del 2002, ci serviva come l'aria un difensore, e abbiamo avuto la bella idea di andare a prenderci il migliore al Mondo. Mi ricordo una delle mie prime magliette, di quelle che prendi alle bancarelle prima delle partite, aveva il numero 13 e il tuo nome. Mi ricordo la freddezza del rigore di Manchester, il rigore che ci ha consegnato la speranza e la convinzione di avercela quasi fatta come poi in effetti è avvenuto. Ricorderò sempre le due coppie centrali più forti che io abbia mai visto su un campo di calcio: Nesta-Maldini e Nesta-Thiago Silva. Ricorderò sempre anche quel fare tipicamente Romano del "se casca il Mondo io me sposto", accompagnato però da una serietà e uno spirito che ho visto in pochi giocatori che hanno vestito la nostra maglia. Sembra che andrai in America, nella patria degli effetti speciali, fagli vedere uno dei tuoi tackle, lo userà Spielberg per qualche prossimo film, grazie Sandrone.

Clarence, ormai diventato Clarenzio. Oh Clarence se sapessi quante volte mi hai fatto incazzare, forse lo sai, te ne sei beccate anche di più di quelle che meritavi, ma con te è sempre stato così, odio-amore, ma più amore, amore dettato da una serietà immensa, da un'intelligenza che secondo me ti servirà per diventare un grande allenatore. Mi porterò sempre nel cuore quel goal in quel meraviglioso derby rimontato  dopo essere stati sotto di 2 goal l'anno dello scudetto. Così come mi porterò sempre nel cuore quello segnato a Monaco di Baviera e a Milano contro il Manchester l'anno della finale di Atene. Ti chiamano il professore, di sicuro ci hai insegnato tanto, e sarebbe bello rivederti in un futuro sulla nostra panchina per continuare ad insegnare anche a chi verrà che cosa vuol dire far parte di una famiglia come la nostra. Hai avuto il peso della maglia numero 10 dopo l'addio di Rui, ma tu hai le spalle larghe e nei momenti in cui contava davvero hai fatto vedere a tutti cosa vuol dire chiamarsi Clarence Seedorf, ti aspetto in panchina davvero, grazie di tutto.

E infine chiudo con te, Pippo, la leggenda, la storia, tutto. Sei arrivato da acerrimo nemico, e quanto ci hai messo a diventare idolo? una settimana?, due? Quella voglia di segnare, di vincere, a 20 anni come a 38, non l'ho mai vista in nessun giocatore al Mondo. Tutti quegli infortuni, quelle cadute, e poi subito dopo le risalite, sempre più veementi, sempre più in crescendo, trasmettendo a tutti quella voglia di spaccare il Mondo. Ogni angolo di storia del Milan recente ti riguarda. Io però oltre alla finale di Atene dove sei stato assoluto ed eroico protagonista, ricordo quella Champions del 2003, segnavi sempre, hai fatto goal pesantissimi, è stata la mia prima Coppa Dei Campioni, una gioia infinita, indescrivibile, che si racchiude in quei due pazzi minuti di urla e pianto dopo quel pallonetto nei quarti di Finale contro l'Ajax,: da li è cominciato quel Milan, il tuo Milan, il nostro Milan. E poi l'emozione quasi analoga del goal contro il Lione., arrivando infine al 23 Maggio 2007, data che ogni tifoso rossonero si porterà nel cuore come forse la vittoria più bella di tutte, risarcimento di una finale persa in una maniera assurda, e di un anno di sofferenze, ingiustizie e bocconi amari ripagati nella maniera migliore.
Inutile dire che nei famosi campetti polverosi di cui parlavo prima, tu per me eri il modello da seguire, e lo sarai sempre per come hai accettato il duro e inevitabile responso degli anni. Grazie di cuore Pippo, il tempo come hai scritto tu è l'unica cosa che passa, il resto rimane intatto per sempre.

Mi sembrava doveroso, sono cresciuto con questi ragazzi, vedere il numero 8, il 13, il 9, e il 10 indossati da altri giocatori mi farà un effetto strano, ma la vita è questa, "non si è soli quando qualcuno ti lascia, si è soli se nessuno è mai venuto" e noi soli non lo siamo mai stati.

Grazie Ragazzi.

Stush

lunedì 7 maggio 2012

Tanto tuonò che (non) piovve: Inter-Milan 4-2



Fine della corsa. L'infamità, la meschinità, la freddezza e l'atrocità del calcio si sono manifestate tutte insieme nella serata del 6/5/2012, con il Milan che perde uno dei derby più nevrotici degli ultimi anni, e la Juventus che vincendo a Cagliari si laurea Campione d'Italia per la ventottesima (specifichiamolo subito) volta nella sua storia.
Il racconto della serata potrebbe anche esaurirsi qui, ma è giusto analizzare le sconfitte e fare anche un breve riepilogo di ciò che è successo in una stagione pazza.
Si respira aria di Derby a Milano già da qualche giorno, un'aria diversa dalle solite, con meno pressione ma non per questo meno sentita, anzi: i Milanisti sperano in un sorpasso sulla Juve vincendo il derby, i nerazzurri dal canto loro visti anche i risultati del pomeriggio devono vincere per tenere vivo quello 0,0001 di possibilità che rimane per il terzo posto, oltre all'ipotesi suggestiva di far perdere lo scudetto ai cugini seppur consegnandolo agli "odiatissimi" binaconeri. Fatta questa premessa arriviamo alla partita: il primo scossone arriva da Trieste, al 5' Vucinic porta in vantaggio la Juventus e indirizza il Tricolore verso la mole, a Milano ci si attende una risposta, arriva, ma dalla parte sbagliata: l'Inter infatti passa in vantaggio grazie a Milto che raccoglie un pallone vagante e lo mette dentro.
A questo punto Juve a +4 e campionato finito. Il Derby però è appena cominciato, le emozioni si susseguono, l'inter ha un paio di occasioni per raddoppiare, il Milan una con Ibra per arrivare al pari. Poi verso la fine del tempo due episodi che fanno scatenare le ire del popolo nerazzurro: il primo è un colpo di testa di Cambiasso con Abbiati costretto al miracolo, palla dentro o fuori? il replay non chiarisce il dubbio, l'impressione è che buonissima parte del pallone sia in porta ma forse non al 100%.
Poco dopo invece il signor Rizzoli regala un calcio di rigore al Milan per un fallo inesistente di Julio Cesar su Boateng: dal dischetto trasforma Ibra dopo un siparietto tra il serio e il faceto col portiere nerazzurro. Si va al riposo sull 1-1, in questo momento Juve a +3 e campionato ancora nelle mani degli uomini di Conte.
La ripresa si apre subito con un'emozione enorme: Ibrahimovic smarcato da un velo di Boateng si incunea nella fragile difesa nerazzurra e realizza lo splendido goal che porta in vantaggio il Milan: centro numero 28 per lo Svedese in campionato, già il 28, il numero della serata.
La gioia di essere tornati a -1 e aver riaperto il Campionato però dura pochissimo: pochi minuti dopo il goal dell 1-2 Abate si ricorda che sta giocando il derby e deve fare il canonico omaggio a Milito: così il terzino rossonero stende in maniera ingenue l'Argentino in area e l'arbitro concede il penalty: Milito non sbaglia, 2-2.
Qui comincia la partita della paura, il Milan ci prova, sembra avere più "garra" dell'Inter, ma da Trieste arriva la notizia dello 0-2 della Juventus, e qualcosa si blocca.
Dopo la mezz'ora della ripresa l'episodio che indirizza il campionato in maniera decisiva: mani di Nesta su un ravicinatissimo colpo di testa di Pazzini, rigore a termini di regolamento che ci sta: Ancora Milito realizza, 3-2. Da qui in poi i tifosi del Milan entrano nell'ottica che il Campionato è andato ma almeno si vuole salvare il salvabile e non perdere il derby. All'82° invece Maicon estrae dal cilindro una conclusione spettacolare che va ad infilarsi nel sette, 4-2 e fine dei giochi.
Gli ultimi minuti sono un attentato al fegato dei rossoneri che devono assistere al giubilo degli Interisti e contemporaneamente immaginare quello degli Juventini.
Alle 22,37 l'incubo si materializza: Derby all'Inter e scudetto alla Juventus, il peggior finale di stagione puntualmente si verifica.
A questo punto andrebbero tirate le somme della stagione, analizzati gli errori e le colpe, trovate le soluzioni per il futuro, ci sarà tempo e modo per farlo. Ora rimane una grandissima delusione mista anche a un pò di rabbia per la pessima gestione dell'ultima parte di stagione. Su un dato però vorrei soffermarmi: contro le prime 6 della classifica il Milan ha ottenuto soltanto una vittoria, quella di Udine, poi sono arrivati 4 pareggi e addirittura 5 sconfitte, con questi numeri è praticamente impossibile vincere il Campionato.
Meritato quindi lo scudetto della Juventus, ancora imbattuta e capace di imprimere un ritmo straordinario a questo veemente finale di stagione; la squadra di Conte ha saputo gestire meglio le risorse nervose potendo anche contare su una maggiore freschezza atletica e psicologica dettata anche dal non aver disputato le coppe, sarà bello e avvincente vedere se l'anno prossimo con il doppio impegno questo ritmo sarà confermato.
Due parole sull'Inter vogliamo dirle? ma si dai, giusto l'entusiasmo del post-derby, del resto la prima qualificazione in Europa League della storia del club andava festeggiata degnamente.
In conclusione il pensiero è rivolto a loro, i nostri ragazzi, che ci hanno provato fino alla fine e nonostante le tantissime avversità hanno comunque cercato di confermare ciò che era stato fatto l'anno scorso, vanno comunque ringraziati, uno per uno, perchè hanno onorato il peso della gloriosissima maglia che indossano, chi può vada a ringraziarli Domenica nell'ultimo impegno stagionale, che sarà sicuramente in sordina e con toni un pò dimessi, ma si sa, ogni fine è un nuovo inizio.

Stush

giovedì 3 maggio 2012

E sottolineo se: Milan-Atalanta 2-0



Vuoi vedere che invece il vecchio Rocky Balboa aveva ragione? O meglio, non diceva proprio una cazzata: è finita si dice alla fine. Conviene tenersela buona come filosofia di vita, perchè comunque ti fa sempre sperare che il domani sia meglio dell'oggi, il dopodomani meglio del domani e così via. Insomma il buon vecchio Sly aveva ragione: non è ancora finita: certo siamo sempre dietro a -1 e dipende ancora tutto da loro, ma il goal di Bertolacci (gentile concessione di Buffon) ha ridato interesse ad una lotta Scudetto che sembrava ormai irrimediabilmente statica. Ma veniamo a noi: chi arriva allo stadio o si siede in poltrona è come folgorato: confermato il trio d'attacco Ibra-Cassano-Boateng, possibile che non si sia fatto male nessuno? e invece è così, tutto vero come direbbe qualcuno, giochiamo per la seconda partita consecutiva con l'attacco titolare.
L'Atalanta non è certo venuta a San Siro con intenti bellicosi, lo si intuisce anche dal fatto che la squadra Bergamasca ci metta una decina di minuti per riuscire a fare due passaggi di fila: nel frattempo il Milan ha già segnato un goal e costruito almeno altre 3 occasioni. 
Il goal arriva da Muntari, il Ghanese gentilmente offerto dall'altra sponda del Naviglio. Quando segna Muntari tocca aspettare 4-5 minuti per capire se il goal è stato effettivamente assegnato, così è infatti.
1-0 e terzo (o meglio quarto) goal del centrocampista da quando veste di rossonero. Dopo il goal il Milan si blocca un pò, da Torino non arrivano notizie confortanti (la Juve vince 1-0) e si ha la sensazione che si giochi tenendo un orecchio rivolto verso i possibili sussulti del pubblico.
Si va a riposo sull 1-0, siamo sempre secondi a -3, le partite diminuiscono e i sogni di riuscire a rientrare in corsa, alle 21.30, sono quasi nulli.
Il calcio però è uno sport che spesso non segue la logica, così la mestizia dell'intervallo si tramuterà in un Carnevale di urla e speranze appena un'ora più tardi.
Nella ripresa il Milan gioca, costruisce, e si affaccia dalle parti di Consigli. L'Atalanta rimane sempre abbastanza inerme e non fa nemmeno molto per migliorare le cose. Succede poco a Milano, succede invece moltissimo altrove...
Allo stadio "Meazza" è il 34° del secondo tempo, dagli spalti cominciano a sentirsi dei timidi tentativi di festa per una possibile notizia, ma dopo la clamorosa sòla di Cesena-Juve è meglio aspettare. Ed ecco allora che dove non arrivano i rumors e i bisbigli arriva il tabellone luminoso e radioso che segnale che il Lecce ha pareggiato a Torino: siamo a -1.
Gli ultimi minuti di Milan-Atalanta sono una sorta di dimensione parallela: da una parte si cerca di chiudere la partita, dall'altra si aspetta che finisca quella di Torino, con lo stadio che torna a sobbalzare e a crederci.
Arriva poi il big-bang finale: il match di Torino termina 1-1 e il Milan in pieno recupero realizza il goal del 2-0 con il subentrante Robinho, nella ripresa si erano visti anche Gattuso e per la prima volta in questa stagione Flamini.
Fine, 2-0 Milan, 1-1 Juve, classifica accorciata, bianconeri primi a 78, rossoneri secondi a 77 a due giornate dal termine.
Ora però non bisogna perdere la brocca e bisogna comunque razionalmente pensare che la Juventus ha ancora in mano il filo del discorso: Agli uomini di Conte bastano 2 vittorie con Cagliari e Atalanta per vincere il titolo.
Ovviamente adesso l'atmosfera è elettrica, anche perchè il Milan Domenica alle 20,45 giocherà il derby contro un'Inter che ormai pare aver abbandonato la velleità da terzo posto, ma non per questo si "scanserà" al passaggio dei Rossoneri.
L'idea di chi scrive rimane la stessa: questa rischia di essere una beffa ulteriore in un finale di stagione che ne ha avute fin troppe, ma come diceva Rocky "se puoi sognarlo, puoi farlo", ah non era Rocky? eh scusate, mi sono fatto prendere la mano.

Stush

domenica 29 aprile 2012

Quale allegria: Siena-Milan 1-4


Abbiamo vinto, abbiamo giocato bene, abbiamo ritrovato una buona condizione fisica e mentale, è tornato al goal Cassano: se non fosse il 29 Aprile 2012 e non fossimo a -3 dalla Juventus con tre partite da giocare e lo scontro diretta a sfavore sarebbe un pomeriggio da incorniciare, invece è un pomeriggio che non fa altro che acuire i rimpianti per una stagione che poteva e doveva finire diversamente.
Siena-Milan inizia con qualcosa di sconvolgente: il Milan schiera l'attacco titolare, o almeno, il migliore che possa schierare: Boateng dietro a Cassano e Ibrahimovic, non accadeva da Novembre.
La partita è un saggio di come questi tre si trovino a meraviglia, ed è anche una processione di imprecazioni da parte dei tifosi milanisti per non averli avuti a disposizione insieme per così tanto tempo.
Il match nei primi minuti è più di marca Senese, ma basta un lampo al Milan per ribaltare l'inerzia: Tiro-cross fulminante di Ibrahimovic che trova un controllo maldestro del portiere Brkic, il pallone giunge a Cassano che dopo 6 mesi ritrova la gioia del goal, è 0-1 e felicità immensa per il folletto di Bari Vecchia, oggi alla prima da titolare dopo l'incidente di percorso del post Roma-Milan.
Da qui in poi la partita offre solo spunti di rimpianto a tutti i tifosi rossoneri che intanto assistono anche alla vendemmia in anticipo di Novara dove la Juventus segna goal a ripetizione (finirà 0-4 per i Bianconeri).
Il raddoppio del Milan arriva dopo 3 minuti dal goal del vantaggio: Ibra riceve palla in area e scarica un violentissimo sinistro che si insacca sotto la traversa, 0-2.
La partita si chiude, si va all'intervallo in vantaggio di 2 reti proprio come la Juventus. La fredda e infame classifica ci ricorda di essere ancora a meno 3, ma adesso con una partita in meno da giocare.
Nella ripresa si assiste a un match che fila via liscio e tranquillo, nel Milan entrano l'ostracizzato Aquilani, Nocerino ed El Shaarawy, ma è il Siena a provare a ravvivare il pomeriggio del "Franchi" realizzando il goal del 1-2 con Bogdani che approfitta di una corta respinta Abbiati dopo la conclusione di Destro.
Nel finale però il Milan pungolato esce alla grandissima realizzando prima l'1-3 con un coast-to-coast di Nocerino di "Messiana" memoria, poi l'1-4 con il 26° centro in campionato di Ibrahimovic su assist di Cassano: superato il record di goal in Italia in un solo campionato per lo svedese e titolo di capocannoniere sempre più vicino.
Finisce così, 1-4, finisce con la felicità di aver rivisto un Cassano in grande condizione e autore di un goal, finisce con un Ibra sempre più goleador, finisce con una rosa che piano piano sta recuperando dei pezzi importanti. Purtroppo però la stagione volge al desìo, e a meno di clamorosi e alquanto improbabili miracoli dell'ultim'ora, ci ritroveremo con un pugno di mosche nelle mani.
Inutile cercare di attribuire colpe e responsabilità, è merito di tutti quando si vince, è colpa di tutti quando si perde.
Ora mancano 3 giornate, la Juventus deve steccarne 2 con 3 nostre vittorie, in quel caso confermeremmo quel pezzo di stoffa al centro della nostra maglia che tanto ci piaceva sfoggiare, in caso contrario dovremo armarci di pazienza per cercare di riconquistarlo già dal prossimo anno. Abbiamo il dovere ovviamente di crederci finchè la matematica non dirà che qualcun altro è stato più bravo di noi, in quel caso prenderemo la nostra maglia, la stringeremo forte, guarderemo quel pezzo di stoffa e penseremo: "C'eravamo tanto amati".

Stush

lunedì 23 aprile 2012

That's all folks: Milan-Bologna 1-1




E' finita si dice alla fine diceva Rocky Balboa, a volte però si può dire un pò prima aggiungo io.
Il pomeriggio del 22 Aprile ci consegna un pareggio che in concomitanza con la vittoria sfavillante della Juve sulla Roma ci porta a - 3 a cinque gare dal termine con lo scontro diretto a sfavore. Facile a questo punto prevedere l'esito di questo campionato: La Juventus dovrà sbagliare 2 partite nelle ultime 5 e noi le dovremo vincere tutte; considerando che i bianconeri hanno vinto le ultime 6 e noi nelle ultime 4 ne abbiamo vinta solo una l'impresa appare difficilmente realizzabile.
Il match con il Bologna è un revival della partitaccia contro la Fiorentina: squadra spenta, appannata, lontanissima parente di quella che sgretolava le difese avversarie con una facilità imbarazzante.
Ibrahimovic relegato ad essere uno dei tanti, dove uno dei tanti significa uno di quelli che sbaglia qualsiasi pallone gli capiti a tiro.
Poi ci si mette anche il destino amaro e beffardo che come quasi sempre accade in situazioni come queste fa realizzare un goal al primo tiro in porta all'avversario di turno: questa volta tocca a Gaston Ramirez realizzare la rete che forse ci condanna alla "piazza d'onore", merito anche di un clamoroso misunderstanding (scrivere puttanata mi sembrava brutto) tra Bonera e il rientrante Van Bommel.
Sotto di un goal e con le idee offuscate diventa quasi impossibile pensare di ribaltare una partita, soprattutto se di fronte si ha un'avversario nettamente più lucido e organizzato.
Nel primo tempo si va a riposo sullo 0-1 con la consapevolezza che la situazione ci sta scivolando di mano Domenica dopo Domenica, un declino lento e inesorabile che porta inevitabilmente a una conclusione non lieta.
Si riparte nella ripresa con un Cassano in più ma con pochissime idee e ancor meno certezze.
Verso la metà arriva il canonico episodio arbitrale che tanto ci mancava: Ibra viene fermato per un fuorigioco inesistente e sulla prosecuzione dell'azione segna con un pallonetto: meglio così, se il segnalinee non avesse segnalato il fuorigioco non ci avrebbe comunque dato il goal, non è vittimismo, è che quest'anno quanto a goal fantasma facciamo invidia a Bill Murray e a tutti i "Ghostbusters" del Mondo.
La ripresa vive di fiammate, ma non si ha la sensazione che possa cambiare qualcosa. Allegri perde un pò il filo del discorso: lascia fuori Maxi Lopez, preferendo l'ingresso di un Aquilani che raggiunge picchi  di inutilità che nemmeno i famigerati poke di Facebook pare abbiano mai toccato.
Passano i minuti, il tempo scorre con una velocità infame, ogni minuto che passa è un passo indietro nella corsa verso un Tricolore che piano piano va sbiadendosi dalle nostre maglie.
Come spesso accede poi, il calcio sa essere malvagio fino alla fine: al 90' arriva il goal del pareggio di Ibrahimovic che altro non fa che accrescere l'amaro in bocca e la rabbia per un'altra partita casalinga buttata alle ortiche.
Finisce 1-1, in serata la Juventus strapazza la Roma con un netto 4-0: la differenza tra le due contendenti è chiara: una è un ciclista spompato che dopo 150 km di fuga tenta di tenere la ruota dei primi, l'altra è lo scalatore che a pochi km dal traguardo esce dal gruppo per andare a prendersi la gloria.
A questo punto c'è da onorare fino alla fine la stagione in rispetto anche di un pubblico che era stato troppo "illuso" da proclami più o meno sonanti.
Si torna violentemente sulla terra con tanti rimpianti ma anche con la consapevolezza di aver buttato via ciò che di buono era stato costruito, e soprattutto di averlo fatto nel momento chiave della stagione.
In Estate sicuramente ci saranno degli interventi da fare per andare a migliorare quelli che sono i punti deboli di una squadra che comunque ha un'ottima ossatura, dopo di che bisognerà decidere come procedere anche dal punto di vista tecnico: confermare un allenatore che ha riportato il Milan al successo dopo anni ma che ha snaturato la fisionomia di una squadra abituata a un gioco meno fisico e più tecnico, oppure cambiare e rilanciare un progetto ambizioso con un nuovo tecnico? si fanno insistenti le voci di un possibile ritorno di Fabio Capello, ovviamente pur rispettando Allegri e il suo lavoro svolto fin qui, per un tifoso rossonero non può non esserci nostalgia del Milan che Don Fabio aveva saputo costruire, quello delle 58 partite senza sconfitte, quello della finale di Atene contro il Barcellona, ma si sa, il passato spesso è fatto apposta per essere rimpianto, adesso guardiamo all'oggi, alla fine di questa stagione e poi si tireranno le somme, per ora abbiamo solo tirato i remi in barca, e la tempesta non accenna a placarsi.

Stush

domenica 8 aprile 2012

Benvenuti all'inferno: Milan-Fiorentina 1-2


Non so come iniziare, il che è gravissimo perchè se non sai come iniziare non sai nemmeno come andare avanti. 
Siamo dietro, questo è il verdetto insindacabile della giornata prepasquale. Il Milan compie uno scivolone clamoroso e la Fiorentina ottiene la seconda vittoria stagionale in trasferta: la prima era arrivata sul sintetico di Novara.
Siamo appena usciti dalla Champions, il morale non è al massimo, lo si percepisce nell'aria, e lo si percepisce soprattutto da uno stadio che sembra in catalessi, curva a parte c'è un silenzio quasi irreale a San Siro, un silenzio quasi premonitore.
Come succede sempre scelte obbligate per Mister Allegri: A centrocampo schieriamo il trio tutto muscoli Ambrosini-Muntari-Nocerino, in difesa si rivede Zambrotta sulla sinistra con Bonera-Mexes centrali e Abate a destra. Davanti non c'è Boateng, spazio quindi a Emanuelson dietro a Ibra-Maxi Lopez.
Il match fin dalle prime battute è una pessima rappresentazione del gioco più bello del mondo: squadre senza idee, palloni buttati via, lotte greco-romane a metà campo per il possesso della sfera.
Poi arriva un episodio che se non fosse andata come è andata avrebbe fatto discutere moltissimo: Maxi Lopez e Nastasic si strattonano vicendevolmente, a cadere è il Milanista e l'arbitro Celi concede il calcio di rigore: Ibrahimovic trasforma e fa 1-0. Si capisce però che la giornata non è delle più tranquille, giochiamo veramente male e sembriamo lontanissimi parenti di quelli che al 45' avevano già chiuso le partite in casa.
La ripresa infatti si apre con una immagine eloquente: 7 giocatori del Milan in linea si fanno infilare da un passaggio di De Silvestri che libera Jovetic, il Montenegrino si presenta solo davanti ad Abbiati e lo batte, 1-1.
Adesso arriva il momento in cui sai che devi dare di più se vuoi ancora essere davanti in classifica, se vuoi ancora difendere tutto ciò che hai costruito in un anno, invece ti ritrovi a sbattere contro un muro viola, senza creare presupposti di pericolo, senza arrivare nemmeno troppo vicino all'obbiettivo.
Non c'è il tempo per fermare il tempo boia, così si va avanti a cercare invano di scardinare la difesa della Fiorentina che non solo resiste, ma addirittura nel finale rende sportivamente tragico il nostro pomeriggio: al 43' infatti un colpo di testa a liberare di Mexes sbatte contro Amauri, il pallone giunge a Jovetic che lo riconsegna al brasiliano che realizza il suo primo centro in maglia viola, un viola con riflessi bianconeri, 1-2.
Siamo sotto in casa, stiamo buttando via tutto, ce ne stiamo accorgendo, nel finale proviamo il disperato assalto alla porta viola ma è tutto tremendamente inutile.
C'è solo la gioia di rivedere Cassano in campo a 5 mesi dal suo terribile incidente di percorso, questo lenisce parzialmente la delusione, che c'è, ed è fortissima.
La partita finisce così, abbiamo perso 1-2 in casa, la vittoria della Juve a Palermo fa il resto, siamo secondi a -1 dal club bianconero. In 7 giorni abbiamo dilapidato 4 punti di vantaggio, senza dimenticare l'uscita dalla Champions, una settimana terribile.
Adesso è inutile e nocivo fare i disfattisti o i rivoluzionari della prima ora: siamo dietro, ora non dipende più da noi ma da chi sta davanti, però comunque noi le nostre 7 partite le dobbiamo vincere, i conti li faremo alla fine.
Vero è che c'è una delusione palpabile, i sogni stanno diventando incubi, l'ipotesi di una stagione senza titoli adesso è possibile mentre fino a 15 giorni fa faceva ridere, adesso c'è solo da mettercela tutta per vincere le partite che mancano da qui alla fine, sperando anche che chi sta davanti abbia un pò di vertigini e si lasci sfuggire qualcosa. 
E' difficile e lo spirito non è dei migliori, ma abbiamo l'obbligo di provarci e poi di tirare le somme, perchè "QUANDO PENSI CHE SIA FINITA, E' PROPRIO ALLORA CHE COMINCIA LA SALITA".
Proviamoci ragazzi, una parte di cuore piange e l'altra ci spera, proviamoci fino alla fine. 

Stush

mercoledì 4 aprile 2012

Su la testa: Barcellona-Milan 3-1






Finisce così la nostra avventura Europea in questa stagione. Finisce con una sconfitta al Camp Nou con il risultato di 3-1. Finisce con un Barcellona che meritatamente approda alle semifinali, ma che indubbiamente ha beneficiato di un cadeau che l'arbitro dell'incontro, il signor Kuipers, ha deciso di fornirgli quando il punteggio era di 1-1.
Ma andiamo con ordine: Il Milan per tentare l'impresa si presenta con Abate che torna sulla destra,  Nesta e Mexes al centro e Antonini sulla sinistra. A centrocampo il trio dell'andata, Ambrosini, Nocerino e Seedorf, e in attacco Boateng a supporto di Ibra e Robinho.
La partita comincia con un Barcellona aggressivo ma un pò sprecone: ecco però che al 10' arriva un errore di Mexes che lancia il contropiede di Messi, l'argentino si invola in area, cerca Xavi, Antonini legge bene e anticipa lo spagnolo, però poi sbaglia il controllo e stende Messi che stava tornando in possesso della sfera: rigore ineccepibile e giallo per Antonini. Trasformazione di Messi che fa 1-0.
A questo punto il Milan se vuole passare il turno deve segnare; un altro paio di conclusioni di Messi spaventao Abbiati, ma ecco che al 32' arriva la scossa che fa tremare tutti i tifosi rossoneri:
Robinho si smarca bene dalla pressione dei giocatori Blaugrana e serve Ibra, lo svedese addomestica il pallone e lo scarica in maniera perfetta per l'accorrente Nocerino che fulmina Valdes in diagonale: è 1-1, in questo momento passiamo il turno Noi.
Nei nove minuti successivi al goal di Nocerino nell'animo dei tifosi Milanisti si mischiano una serie di emozioni, paure, preoccupazioni, speranze: tutto reso inutile però dalla chiamata del signor Kuipers, che al 41' fischia un calcio di rigore che non sta nè in cielo nè in terra.
Il Milan non ci sta, protesta, urla, ma non c'è nulla da fare, l'arbitro è irremovibile. Dal dischetto si presenta ancora Messi che spiazza Abbiati e realizza il goal del 2-1.
Il primo tempo si chiude così, con la rabbia di chi sa di giocare contro la squadra più forte del Mondo, ma sa anche di aver subito un'ingiustizia in un momento in cui l'ago della bilancia era decisamente sfavorevole ai blaugrana.
Nella ripresa nanche il tempo di provare a organizzarsi che al 7' Iniesta raccoglie un pallone calciato da Messi e deviato da Mexes, e lo appoggia in fondo al sacco: 3-1 e fine della corsa.
Da qui in poi il match è una passerella comoda per i giocatori del Barca che gestiscono il vantaggio e vanno anche vicini più volte alla quarta marcatura.
C'è ancora tempo però per rendere ancora più amara e beffarda la trasferta Catalana: Pato entra rilevando Boateng, ma dopo 14' incredibilmente esce dal campo ancora infortunato: per lui una possibile ricaduta muscolare.
Il Match finisce così, il Barcellona vola in semifinale, con la consapevolezza di essere la squadra più forte in assoluto probabilmente in tutti i sensi. Il Milan dal canto suo ci ha provato, ha giocato contro un avversario decisamente superiore e ha alla fine meritato l'eliminazione, resta però il fatto che un calcio di rigore concesso in quel momento con quella situazione di punteggio, ha decisamente compromesso poi qualsiasi altro tentativo di rimonta. Però comunque si sono visti i nostri limiti contro la squadra più forte del pianeta, in quattro partite con loro quest'anno due pareggi e due sconfitte, niente da dire, sono più forti e meritano di arrivare ancora in fondo a questa competizione. In ogni caso fuori con onore, e ora ributtiamoci su un Campionato che è da vincere per dimostrare comunque che in Italia la nostra è la squadra migliore, e per dimostrare soprattutto a un "giornale" di Torino che a volte il silenzio è la miglior cosa. Questo "giornale" che ogni settimana parla di acquisti mirabolanti di un club di Torino, schernisce il Milan con un titolo provocatorio quando tutti gli altri Giornali elogiano la squadra di Allegri. a questo "giornale" dedico la chiusura del mio pezzo.

Poi parte un conto alla rovescia dei malrovesci che ce danno
pensi ancora "daje... basta poco!" si... ma quanno?
Nun c'è er tempo pè fermà er tempo boia
pensi "mai... mai, un giorno de gloria"
e qui, papà, devi pensà... sì!
Che chi dopo sta sera d'aprile è annato a festeggià
la gioia la troverà solo sulle disgrazie altrui
pè sta gente nun c'è luce... papà, ma solo giorni bui !
perchè chi pe' sorride deve vedè piagne uno, mille e centomila
è uno che nella vita sua starà sempre in fila
chi invece la prova... la vita sulla pellaccia
nun starà mai a chiede un sorso da' n'artra boraccia

Stush