venerdì 11 maggio 2012

La leggenda degli uomini straordinari





                             

Nella vita esistono cicli, periodi, che purtroppo volenti o nolenti sono destinati a finire: Domenica sarà l'ultima volta di Sandro, Rino, Pippo e Clarence. dedico due righe ad ognuno di voi:

Rino, sei arrivato nel 1999, ero un bambino che giocava e correva nei polverosi campetti ascoltando le partite alla radio Mi è sempre dispiaciuto per certi giocatori come te, tu corri, corri, corri, poi i meriti li prendono gli altri: ci hai messo l'anima sempre, e rivederti dopo quello che hai passato in tutto quest'anno è stata un'emozione fortissima, così come è stata un'emozione fortissima vedere le tue corse disperate dietro ai giocatori avversari, la tua grinta infinita, la tua voglia e la tua incoscienza. Mi mancherà quel numero 8 che trovavi in ogni angolo del campo, mi mancherà quel numero 8 che aizzava uno stadio intero nei momenti di difficoltà, mi mancherà tutto, grazie per questi anni splendidi, sei stato l'anima del Milan con cui sono cresciuto.

Sandro, arrivato il 31 Agosto del 2002, ci serviva come l'aria un difensore, e abbiamo avuto la bella idea di andare a prenderci il migliore al Mondo. Mi ricordo una delle mie prime magliette, di quelle che prendi alle bancarelle prima delle partite, aveva il numero 13 e il tuo nome. Mi ricordo la freddezza del rigore di Manchester, il rigore che ci ha consegnato la speranza e la convinzione di avercela quasi fatta come poi in effetti è avvenuto. Ricorderò sempre le due coppie centrali più forti che io abbia mai visto su un campo di calcio: Nesta-Maldini e Nesta-Thiago Silva. Ricorderò sempre anche quel fare tipicamente Romano del "se casca il Mondo io me sposto", accompagnato però da una serietà e uno spirito che ho visto in pochi giocatori che hanno vestito la nostra maglia. Sembra che andrai in America, nella patria degli effetti speciali, fagli vedere uno dei tuoi tackle, lo userà Spielberg per qualche prossimo film, grazie Sandrone.

Clarence, ormai diventato Clarenzio. Oh Clarence se sapessi quante volte mi hai fatto incazzare, forse lo sai, te ne sei beccate anche di più di quelle che meritavi, ma con te è sempre stato così, odio-amore, ma più amore, amore dettato da una serietà immensa, da un'intelligenza che secondo me ti servirà per diventare un grande allenatore. Mi porterò sempre nel cuore quel goal in quel meraviglioso derby rimontato  dopo essere stati sotto di 2 goal l'anno dello scudetto. Così come mi porterò sempre nel cuore quello segnato a Monaco di Baviera e a Milano contro il Manchester l'anno della finale di Atene. Ti chiamano il professore, di sicuro ci hai insegnato tanto, e sarebbe bello rivederti in un futuro sulla nostra panchina per continuare ad insegnare anche a chi verrà che cosa vuol dire far parte di una famiglia come la nostra. Hai avuto il peso della maglia numero 10 dopo l'addio di Rui, ma tu hai le spalle larghe e nei momenti in cui contava davvero hai fatto vedere a tutti cosa vuol dire chiamarsi Clarence Seedorf, ti aspetto in panchina davvero, grazie di tutto.

E infine chiudo con te, Pippo, la leggenda, la storia, tutto. Sei arrivato da acerrimo nemico, e quanto ci hai messo a diventare idolo? una settimana?, due? Quella voglia di segnare, di vincere, a 20 anni come a 38, non l'ho mai vista in nessun giocatore al Mondo. Tutti quegli infortuni, quelle cadute, e poi subito dopo le risalite, sempre più veementi, sempre più in crescendo, trasmettendo a tutti quella voglia di spaccare il Mondo. Ogni angolo di storia del Milan recente ti riguarda. Io però oltre alla finale di Atene dove sei stato assoluto ed eroico protagonista, ricordo quella Champions del 2003, segnavi sempre, hai fatto goal pesantissimi, è stata la mia prima Coppa Dei Campioni, una gioia infinita, indescrivibile, che si racchiude in quei due pazzi minuti di urla e pianto dopo quel pallonetto nei quarti di Finale contro l'Ajax,: da li è cominciato quel Milan, il tuo Milan, il nostro Milan. E poi l'emozione quasi analoga del goal contro il Lione., arrivando infine al 23 Maggio 2007, data che ogni tifoso rossonero si porterà nel cuore come forse la vittoria più bella di tutte, risarcimento di una finale persa in una maniera assurda, e di un anno di sofferenze, ingiustizie e bocconi amari ripagati nella maniera migliore.
Inutile dire che nei famosi campetti polverosi di cui parlavo prima, tu per me eri il modello da seguire, e lo sarai sempre per come hai accettato il duro e inevitabile responso degli anni. Grazie di cuore Pippo, il tempo come hai scritto tu è l'unica cosa che passa, il resto rimane intatto per sempre.

Mi sembrava doveroso, sono cresciuto con questi ragazzi, vedere il numero 8, il 13, il 9, e il 10 indossati da altri giocatori mi farà un effetto strano, ma la vita è questa, "non si è soli quando qualcuno ti lascia, si è soli se nessuno è mai venuto" e noi soli non lo siamo mai stati.

Grazie Ragazzi.

Stush

lunedì 7 maggio 2012

Tanto tuonò che (non) piovve: Inter-Milan 4-2



Fine della corsa. L'infamità, la meschinità, la freddezza e l'atrocità del calcio si sono manifestate tutte insieme nella serata del 6/5/2012, con il Milan che perde uno dei derby più nevrotici degli ultimi anni, e la Juventus che vincendo a Cagliari si laurea Campione d'Italia per la ventottesima (specifichiamolo subito) volta nella sua storia.
Il racconto della serata potrebbe anche esaurirsi qui, ma è giusto analizzare le sconfitte e fare anche un breve riepilogo di ciò che è successo in una stagione pazza.
Si respira aria di Derby a Milano già da qualche giorno, un'aria diversa dalle solite, con meno pressione ma non per questo meno sentita, anzi: i Milanisti sperano in un sorpasso sulla Juve vincendo il derby, i nerazzurri dal canto loro visti anche i risultati del pomeriggio devono vincere per tenere vivo quello 0,0001 di possibilità che rimane per il terzo posto, oltre all'ipotesi suggestiva di far perdere lo scudetto ai cugini seppur consegnandolo agli "odiatissimi" binaconeri. Fatta questa premessa arriviamo alla partita: il primo scossone arriva da Trieste, al 5' Vucinic porta in vantaggio la Juventus e indirizza il Tricolore verso la mole, a Milano ci si attende una risposta, arriva, ma dalla parte sbagliata: l'Inter infatti passa in vantaggio grazie a Milto che raccoglie un pallone vagante e lo mette dentro.
A questo punto Juve a +4 e campionato finito. Il Derby però è appena cominciato, le emozioni si susseguono, l'inter ha un paio di occasioni per raddoppiare, il Milan una con Ibra per arrivare al pari. Poi verso la fine del tempo due episodi che fanno scatenare le ire del popolo nerazzurro: il primo è un colpo di testa di Cambiasso con Abbiati costretto al miracolo, palla dentro o fuori? il replay non chiarisce il dubbio, l'impressione è che buonissima parte del pallone sia in porta ma forse non al 100%.
Poco dopo invece il signor Rizzoli regala un calcio di rigore al Milan per un fallo inesistente di Julio Cesar su Boateng: dal dischetto trasforma Ibra dopo un siparietto tra il serio e il faceto col portiere nerazzurro. Si va al riposo sull 1-1, in questo momento Juve a +3 e campionato ancora nelle mani degli uomini di Conte.
La ripresa si apre subito con un'emozione enorme: Ibrahimovic smarcato da un velo di Boateng si incunea nella fragile difesa nerazzurra e realizza lo splendido goal che porta in vantaggio il Milan: centro numero 28 per lo Svedese in campionato, già il 28, il numero della serata.
La gioia di essere tornati a -1 e aver riaperto il Campionato però dura pochissimo: pochi minuti dopo il goal dell 1-2 Abate si ricorda che sta giocando il derby e deve fare il canonico omaggio a Milito: così il terzino rossonero stende in maniera ingenue l'Argentino in area e l'arbitro concede il penalty: Milito non sbaglia, 2-2.
Qui comincia la partita della paura, il Milan ci prova, sembra avere più "garra" dell'Inter, ma da Trieste arriva la notizia dello 0-2 della Juventus, e qualcosa si blocca.
Dopo la mezz'ora della ripresa l'episodio che indirizza il campionato in maniera decisiva: mani di Nesta su un ravicinatissimo colpo di testa di Pazzini, rigore a termini di regolamento che ci sta: Ancora Milito realizza, 3-2. Da qui in poi i tifosi del Milan entrano nell'ottica che il Campionato è andato ma almeno si vuole salvare il salvabile e non perdere il derby. All'82° invece Maicon estrae dal cilindro una conclusione spettacolare che va ad infilarsi nel sette, 4-2 e fine dei giochi.
Gli ultimi minuti sono un attentato al fegato dei rossoneri che devono assistere al giubilo degli Interisti e contemporaneamente immaginare quello degli Juventini.
Alle 22,37 l'incubo si materializza: Derby all'Inter e scudetto alla Juventus, il peggior finale di stagione puntualmente si verifica.
A questo punto andrebbero tirate le somme della stagione, analizzati gli errori e le colpe, trovate le soluzioni per il futuro, ci sarà tempo e modo per farlo. Ora rimane una grandissima delusione mista anche a un pò di rabbia per la pessima gestione dell'ultima parte di stagione. Su un dato però vorrei soffermarmi: contro le prime 6 della classifica il Milan ha ottenuto soltanto una vittoria, quella di Udine, poi sono arrivati 4 pareggi e addirittura 5 sconfitte, con questi numeri è praticamente impossibile vincere il Campionato.
Meritato quindi lo scudetto della Juventus, ancora imbattuta e capace di imprimere un ritmo straordinario a questo veemente finale di stagione; la squadra di Conte ha saputo gestire meglio le risorse nervose potendo anche contare su una maggiore freschezza atletica e psicologica dettata anche dal non aver disputato le coppe, sarà bello e avvincente vedere se l'anno prossimo con il doppio impegno questo ritmo sarà confermato.
Due parole sull'Inter vogliamo dirle? ma si dai, giusto l'entusiasmo del post-derby, del resto la prima qualificazione in Europa League della storia del club andava festeggiata degnamente.
In conclusione il pensiero è rivolto a loro, i nostri ragazzi, che ci hanno provato fino alla fine e nonostante le tantissime avversità hanno comunque cercato di confermare ciò che era stato fatto l'anno scorso, vanno comunque ringraziati, uno per uno, perchè hanno onorato il peso della gloriosissima maglia che indossano, chi può vada a ringraziarli Domenica nell'ultimo impegno stagionale, che sarà sicuramente in sordina e con toni un pò dimessi, ma si sa, ogni fine è un nuovo inizio.

Stush

giovedì 3 maggio 2012

E sottolineo se: Milan-Atalanta 2-0



Vuoi vedere che invece il vecchio Rocky Balboa aveva ragione? O meglio, non diceva proprio una cazzata: è finita si dice alla fine. Conviene tenersela buona come filosofia di vita, perchè comunque ti fa sempre sperare che il domani sia meglio dell'oggi, il dopodomani meglio del domani e così via. Insomma il buon vecchio Sly aveva ragione: non è ancora finita: certo siamo sempre dietro a -1 e dipende ancora tutto da loro, ma il goal di Bertolacci (gentile concessione di Buffon) ha ridato interesse ad una lotta Scudetto che sembrava ormai irrimediabilmente statica. Ma veniamo a noi: chi arriva allo stadio o si siede in poltrona è come folgorato: confermato il trio d'attacco Ibra-Cassano-Boateng, possibile che non si sia fatto male nessuno? e invece è così, tutto vero come direbbe qualcuno, giochiamo per la seconda partita consecutiva con l'attacco titolare.
L'Atalanta non è certo venuta a San Siro con intenti bellicosi, lo si intuisce anche dal fatto che la squadra Bergamasca ci metta una decina di minuti per riuscire a fare due passaggi di fila: nel frattempo il Milan ha già segnato un goal e costruito almeno altre 3 occasioni. 
Il goal arriva da Muntari, il Ghanese gentilmente offerto dall'altra sponda del Naviglio. Quando segna Muntari tocca aspettare 4-5 minuti per capire se il goal è stato effettivamente assegnato, così è infatti.
1-0 e terzo (o meglio quarto) goal del centrocampista da quando veste di rossonero. Dopo il goal il Milan si blocca un pò, da Torino non arrivano notizie confortanti (la Juve vince 1-0) e si ha la sensazione che si giochi tenendo un orecchio rivolto verso i possibili sussulti del pubblico.
Si va a riposo sull 1-0, siamo sempre secondi a -3, le partite diminuiscono e i sogni di riuscire a rientrare in corsa, alle 21.30, sono quasi nulli.
Il calcio però è uno sport che spesso non segue la logica, così la mestizia dell'intervallo si tramuterà in un Carnevale di urla e speranze appena un'ora più tardi.
Nella ripresa il Milan gioca, costruisce, e si affaccia dalle parti di Consigli. L'Atalanta rimane sempre abbastanza inerme e non fa nemmeno molto per migliorare le cose. Succede poco a Milano, succede invece moltissimo altrove...
Allo stadio "Meazza" è il 34° del secondo tempo, dagli spalti cominciano a sentirsi dei timidi tentativi di festa per una possibile notizia, ma dopo la clamorosa sòla di Cesena-Juve è meglio aspettare. Ed ecco allora che dove non arrivano i rumors e i bisbigli arriva il tabellone luminoso e radioso che segnale che il Lecce ha pareggiato a Torino: siamo a -1.
Gli ultimi minuti di Milan-Atalanta sono una sorta di dimensione parallela: da una parte si cerca di chiudere la partita, dall'altra si aspetta che finisca quella di Torino, con lo stadio che torna a sobbalzare e a crederci.
Arriva poi il big-bang finale: il match di Torino termina 1-1 e il Milan in pieno recupero realizza il goal del 2-0 con il subentrante Robinho, nella ripresa si erano visti anche Gattuso e per la prima volta in questa stagione Flamini.
Fine, 2-0 Milan, 1-1 Juve, classifica accorciata, bianconeri primi a 78, rossoneri secondi a 77 a due giornate dal termine.
Ora però non bisogna perdere la brocca e bisogna comunque razionalmente pensare che la Juventus ha ancora in mano il filo del discorso: Agli uomini di Conte bastano 2 vittorie con Cagliari e Atalanta per vincere il titolo.
Ovviamente adesso l'atmosfera è elettrica, anche perchè il Milan Domenica alle 20,45 giocherà il derby contro un'Inter che ormai pare aver abbandonato la velleità da terzo posto, ma non per questo si "scanserà" al passaggio dei Rossoneri.
L'idea di chi scrive rimane la stessa: questa rischia di essere una beffa ulteriore in un finale di stagione che ne ha avute fin troppe, ma come diceva Rocky "se puoi sognarlo, puoi farlo", ah non era Rocky? eh scusate, mi sono fatto prendere la mano.

Stush