sabato 11 febbraio 2012

Lo scarto e il bambino: Udinese-Milan 1-2



Aiuto. la parola d'ordine di uno dei pomeriggi più pazzi e imponderabili degli ultimi anni è questa. Udinese-Milan di Sabato 11 Febbraio 2012 è destinata ad entrare nella "hall of fame" delle partite da pazzi, le partite che ti fanno dire una volta di più: "Quanto amo questo sport". Abbiati, Nesta, Zambrotta, Gattuso, Van Bommel, Flamini, Aquilani, Boateng, Merkel, Pato, Cassano, Ibrahimovic, questa non è la formazione del Milan ma l'elenco degli assenti tra squalifiche e infortuni. Difficile pensare di poter andare in casa di una squadra che ha fatto 10 vittorie su 11 partite davanti al proprio pubblico e fare risultato. Ma nel calcio non c'è spazio per pensare, bisogna giocare, poi il resto viene da se. Il primo tempo però confrerma l'impressione: L'Udinese è padrona del gioco: segna con Di Natale al 18' e sfiora in un paio di circostanze il goal del raddoppio. Il Milan non esiste, è lento, inconcludente, macchinoso, non c'è un tiro in porta, un sussulto, un'emozione, niente. I primi 45' si trascinano stancamente sull'1-0 per i Friulani che sembrano condurre senza particolari patemi una partita che poi nella ripresa divamperà in maniera inaspettata. Al rientro il Milan è più carico ma dal punto di vista delle conclusioni non ci sono miglioramenti. Anzi è l'Udinese ad avere le palle per chiudere il match ma Amelia è bravissimo in un paio di occasioni, ma poi ecco, il biondo che cambia la vita, entra Maxi Lopez, lo scarto di Gennaio come lo hanno definito i soliti soloni.
Al 32' il Milan orchestra un contropiede con Emanuelson che serve El Shaarawy, il piccolo-grande faraone fa partire un tiro-cross che Handanovic respinge male, sul pallone si avventa Maxi, lo scarto, e la schiaffa dentro. è 1-1. L'abbiamo ripresa, ma non c'è tempo per festeggiare, bisogna andare avanti e credere che l'imponderabile possa diventare possibile, e infatti...
E' il 40' del secondo tempo, ancora una volta Emanuelson innesca lo "scarto" che fugge sulla fascia, dà uno sguardo in mezzo e serve un cioccolatino al Faraone che segna il goal dell' 1-2. Delirio. A Milano si registra un picco di decibel per le urla dei tifosi rossoneri, mentre nella zona di Torino lo stesso picco si registra per le imprecazioni sparate da chi è rimasto deluso, delusissimo. Una partita vinta con la fortuna, ma con tanto cuore, un cuore incredibile, quasi commovente. E la cosa che rende speciale tutto questo è che la partita in pratica l'abbia decisa lui, con quel numero 21, con quella faccia un pò spaurita di chi sa di essere uno a cui non sono concessi errori, perchè se arrivi come scarto e sbagli sei finito, lui è arrivato come scarto, e adesso? dove sono le prese in giro su Tevez? un momento, ma chi è Tevez?
La vittoria di Udine dimostra ancora una volta quanto sia incredibile il gioco del calcio, imponderabile e per questo bellissimo, capace di regalare emozioni che chi liquida con la classica frase "è solo un gioco", non potrà mai capire, e forse è anche meglio così. La squadra è andata oltre limiti importanti ma non insormontabili, la volontà di vincere è stata ancora più forte dei limiti stessi.
Sarebbe bello sentirli quelli che "Il Milan è Ibra dipendente", quelli che "Lopez va bene come portaborracce", quelli che "sono gesti che fanno male al calcio", sarebbe bello, ma non si sentono.
Siamo primi, è vero la Juventus deve recuperare due partite, ma credetemi guardare la classifica di Serie A stasera dà un senso di serenità che può provare solo chi si trova di fronte ad un tramonto nel cielo mantecato d'Estate.
Adesso arriva l'Arsenal, ma questa è un'altra storia, adesso godiamoci la bella storia dello "scarto e del bambino" che sono la coppia più bella del Mondo, e ci dispiace per gli altri che sono tristi, ma in fondo non ci dispiace neanche un pò.

Stush

Nessun commento:

Posta un commento